Situato nel cuore delle Alpi Orobiche, Clusone è un borgo bergamasco che incanta per il suo ricco patrimonio artistico e culturale. Conosciuto come la “Città dipinta”, Clusone deve la sua fama ai magnifici affreschi che decorano le facciate dei suoi edifici storici e all’iconico orologio astronomico che domina la sua piazza principale. Immerso in un contesto naturale suggestivo, Clusone è una destinazione perfetta per chi ama l’arte, la storia e la tranquillità della montagna.
Scopriamo insieme le meraviglie di Clusone, un borgo che unisce tradizioni secolari e panorami mozzafiato.
Gli affreschi della Danza Macabra
La Danza Macabra di Clusone, situata sulla facciata dell’Oratorio dei Disciplini, è una delle opere più celebri e suggestive del borgo. Questo ciclo di affreschi, realizzato nel 1485 da un maestro anonimo, rappresenta un tema iconografico molto diffuso nel tardo Medioevo: la caducità della vita e l’inevitabilità della morte.
Il tema della Danza Macabra nacque nel XIV secolo in Europa, probabilmente in Francia, come risposta alle grandi epidemie di peste e ai profondi mutamenti sociali dell’epoca. Le raffigurazioni mostravano scheletri e personaggi danzanti, simbolo della morte che accomuna tutte le classi sociali, dai re ai contadini. La versione di Clusone è considerata una delle più significative in Italia per la sua vivacità espressiva e il messaggio morale universale.
L’affresco è suddiviso in tre registri principali. Nella parte superiore, scheletri animati conducono uomini e donne in un’inquietante danza, rappresentando la morte come una forza inarrestabile. Nella parte centrale, troviamo scene che esaltano la precarietà della vita, mentre in basso sono raffigurati testi che accompagnano le immagini, offrendo un monito sul valore della spiritualità. I colori brillanti e le espressioni realistiche rendono l’opera un capolavoro unico nel suo genere.
La Basilica di Santa Maria Assunta
Nel cuore di Clusone si erge la maestosa Basilica di Santa Maria Assunta, un edificio che riflette la ricchezza spirituale e artistica del borgo. Costruita nel XV secolo e rimaneggiata nei secoli successivi, la basilica è un esempio straordinario di architettura barocca e rinascimentale, con elementi decorativi che incantano i visitatori.
All’interno, si possono ammirare pregevoli affreschi realizzati da artisti locali e lombardi, tra cui spiccano le opere che decorano le cappelle laterali. L’altare maggiore, riccamente intagliato e dorato, è un’opera d’arte a sé stante, accompagnata da un baldacchino che sottolinea la sacralità dello spazio.
Un elemento di particolare rilievo è il maestoso organo monumentale, uno dei più grandi e pregiati della Lombardia. Costruito nel XVIII secolo, l’organo è ancora oggi utilizzato durante le celebrazioni e i concerti, regalando un’esperienza sonora unica ai visitatori. Le decorazioni delle canne e della cassa lignea intagliata completano l’insieme, rendendo questo strumento un vero e proprio capolavoro.
L’Orologio Astronomico: un capolavoro di ingegneria
Sulla torre dell’orologio, che domina Piazza dell’Orologio, si trova uno dei simboli più iconici di Clusone: il Grande Orologio Astronomico. Questo straordinario esempio di arte e ingegneria fu costruito nel 1583 dall’orologiaio Pietro Fanzago, e ancora oggi funziona perfettamente.
Il quadrante dell’orologio è un’opera d’arte a sé stante, decorato con simboli zodiacali, fasi lunari e indicazioni astronomiche che lo rendono unico nel suo genere. Il meccanismo interno è un capolavoro di precisione, capace di calcolare non solo l’ora ma anche le stagioni, le fasi lunari e le eclissi. Per la sua complessità e accuratezza, è considerato uno degli orologi astronomici più importanti d’Europa.
Un altro elemento distintivo è la funzione didattica dell’orologio, che veniva utilizzato per educare i cittadini sui movimenti celesti e sull’importanza del tempo nel contesto agricolo e religioso. Ancora oggi, la torre dell’orologio è meta di visite guidate che permettono di scoprire i segreti del suo meccanismo e di ammirare da vicino il lavoro straordinario di Pietro Fanzago.
